La storia

Il Fondo di Rotazione per le Iniziative Economiche (FRIE) nel Territorio di Trieste e nella Provincia di Gorizia viene istituito con la Legge 18 ottobre 1955, n. 908, pubblicata sulla G.U. n. 245 del 22 ottobre 1955 ed entrata in vigore il giorno successivo. Inizia concretamente ad operare nell’aprile 1956. Le prime Banche abilitate furono le tre Casse di Risparmio della Regione.

Dalla lettura dei resoconti dei lavori parlamentari appare evidente la ratio legis: fornire uno strumento specifico per lo sviluppo economico di zone particolarmente penalizzate dalle vicende susseguitesi alla seconda guerra mondiale nel quadro più ampio della ricostruzione dell’Italia nel dopoguerra.

L’attività del Fondo, pertanto, viene caratterizzata da diverse fasi, strettamente connesse all’evolversi delle condizioni socio-economiche dei territori d’intervento.

Una prima fase persegue l’obiettivo di incentivare tutte quelle iniziative volte alla ricostituzione del tessuto economico di Trieste e Gorizia, per consentire che le stesse possano vivere di vita propria dopo le mutilazioni territoriali e i mutamenti geopolitici conseguenti all’evento bellico, in primis la necessità di assorbire ordinatamente l’enorme massa di profughi istriani fiumani e dalmati.

A questa prima fase dettata dall’emergenza ne subentra una seconda, che si può affermare continui tutt’ora, che si identifica con il potenziamento delle attività economiche, condizione necessaria per la crescita della comunità.

Con la promulgazione della L. 23 gennaio 1970, n. 8 viene operata una prima modifica dell’ambito territoriale di operatività del Fondo, autorizzando la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia a far affluire nel Fondo somme destinate a promuovere iniziative economiche in tutto il territorio regionale. Per tali conferimenti si prevede una gestione separata, integrando il Comitato di Gestione con tre membri designati dal Consiglio Regionale, mentre il Presidente viene nominato direttamente dal Presidente della Regione .

Un’ulteriore dotazione, con gestione separata, viene istituita con la L 30 aprile 1976, n. 198 per finanziamenti che devono essere conformi ai programmi di sviluppo economico regionali.

Dal 1976, l’anno del terremoto, con appositi provvedimenti nazionali e regionali (L. n. 336/76, L. n. 730/76, L. n. 546/77, L.R. n. 49/78, L. n. 828/82, L.R. n. 70/83, L.R. n. 30/84) vengono implementate le risorse finanziarie, attribuendo inoltre nuovi compiti d’intervento per supportare l’opera di ricostruzione, tra cui - soprattutto - l’estensione dell’operatività del F.R.I.E. a tutto il territorio regionale).

Il completamento del processo di trasferimento di funzioni dallo Stato alla Regione, operato con il D.Lgs. 23 aprile 2002, n. 110, ha rappresentato un’ulteriore svolta nel cammino del Fondo, comportando, in toto, il passaggio della sua amministrazione dal Ministero del Tesoro (ora dell’Economia e Finanze), alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che ha provveduto a regolamentare la materia con la Legge Regionale 11 aprile 2003 n. 9.

Una svolta nella vita del F.R.I.E. è stata poi l’approvazione della Legge Regionale 27 febbraio 2012 n. 2, e del relativo Regolamento, intervento organico e di ampio respiro finalizzato a riformare e razionalizzare il mondo del credito agevolato, con l’istituzione - in particolare - del Fondo per lo sviluppo delle PMI e dei Servizi, e con l’attribuzione al Comitato di Gestione di competenze sia su tali due strumenti che sulle Sezioni Anticrisi di cui ai preesistenti Fondi per l’artigianato (FRIA) e per il Commercio, il Turismo e i Servizi (FSRICTS) .

Va poi ricordato che agli attori originari del processo normativo, Stato prima e Regione poi, si aggiunge, a partire dai primi anni ’90 del secolo scorso, la Comunità Europea che - in ossequio ai principi ispiratori dei Trattati - impone vari vincoli, principalmente nell’ottica di evitare comportamenti distorsivi della concorrenza nei e tra i Paesi dell’Unione Europea. In questa sede non è possibile soffermarsi sui singoli atti normativi (regolamenti, decisioni, raccomandazioni) dell’Unione Europea: basterà ricordare l’esclusione o la limitazione per i finanziamenti ai settori cosiddetti sensibili, la regolamentazione delle tipologie di investimento finanziabili, e l’adozione di Regolamenti (UE) di ampia portata inerenti ai singoli “Regimi d’Aiuto” che, con riferimento alle attività del Comitato, risultano attualmente il n. 1407/2013 per il cosiddetto “de minimis” e il 651/2014 per le operazioni in Equivalente Sovvenzione Lorda (ESL).

Una ulteriore nota di rilievo riguarda l’adeguamento della prassi amministrativa del FRIE., con riferimento alle operazioni comportanti l’emergere di aiuto ai sensi della normativa Europea, al RNA (Registro Nazionale degli Aiuti) di recente istituzione a cura del Ministero, pienamente operativo dal 12/8/2017, che sostanzialmente va a costituire un “censimento” degli aiuti concessi e/o variati. La complessità dello strumento unita ad una impostazione non facilmente armonizzabile alla particolare natura degli interventi del FRIE e degli altri Fondi facenti capo al Comitato (soprattutto per gli interventi di modifica delle operazioni concesse) ha tenuto lungamente impegnate le Segreterie, in sintonia e coordinamento con il Comitato stesso e la competente Direzione Regionale, ai fini di assicurare l’adeguamento alla nuova prassi limitando per quanto possibile i potenziali riflessi negativi sul sistema economico regionale in termini di appesantimenti burocratici o rigidità d’azione. 

Nei sessantacinque anni ininterrotti di vita, appena compiuti e che ne fanno probabilmente lo strumento agevolativo più longevo di tutto il Paese, il FRIE ha finanziato le più importanti nuove iniziative industriali radicate in Friuli Venezia Giulia; attirato investimenti rilevanti anche da fuori Regione; accompagnato la crescita di numerose aziende; favorito lo sviluppo di nuove iniziative e l’innovazione tecnologica in ogni comparto d'attività. La conseguenza più significativa di tale azione è stata la rilevante crescita di posti di lavoro: da uno studio effettuato dalla Regione è risultato un incremento occupazionale nelle imprese che hanno beneficiato dei finanziamenti nell’ultimo triennio di oltre 1000 unità.

I finanziamenti concessi (dato al 2019) sono stati 6.551, per un totale di euro 6.861.574.425,00.

La ragione del successo del FRIE sta in pochi fattori che ne hanno costantemente caratterizzato l’attività:

- la relativa semplicità, grazie anche all’interfaccia operativa con le Banche Convenzionate;

- una flessibilità derivante dalla possibilità di adeguare l’operatività, attraverso modifiche dei criteri, all’evolversi del contesto economico e dei mercati;

- la convenienza, derivante dal gioco sinergico durata/condizioni economiche, nonché dalla presenza di una implicita copertura parziale gratuita dal rischio di tasso in dipendenza della particolare modalità di fissazione degli interessi. 

Si può pertanto evidenziare l’intima connessione del FRIE con lo sviluppo socio economico del Friuli Venezia Giulia, e come lo stesso rappresenti un efficace mezzo operativo delle politiche economiche della Regione ai cui indirizzi si è sempre attenuto, anche se - va detto - la particolare e prolungata fase di un mercato finanziario a tassi ordinari anche molto contenuti lancia una nuova sfida di adeguamento dello strumento ai fini di conservarne la centralità. Una sfida che gli adattamenti apportati dalla Regione stessa e dal Comitato, letti anche alla luce dei dati consuntivi 2017-2020, consentono di affrontare non senza ottimismo, ma anche con la coscienza della particolarità del momento storico e delle sfide del mercato, che, già congiunturalmente difficili, si sono fatte addirittura ardue con l’imprevisto ed epocale impatto della pandemia Covid-19, i cui esiti ultimi saranno valutabili solo in futuro.

Con prontezza la Regione è dunque intervenuta:

- per la crisi conseguente alla pandemia Convid-19, con l’adozione della Legge Regionale 12 marzo 2020 n. 3, che ha assegnato importanti compiti al Comitato in tema di interventi finanziari a contrastarne gli effetti, da un lato con un’apertura “ulteriore” e più estesa (rispetto a quella contenuta nel D.L. nazionale n. 18/2020 cosiddetto “Cura Italia”) alla sospensione delle rate dei finanziamenti in essere per le aziende che, colpite dalla nuova crisi, ne facessero richiesta, e dall’altro con l’istituzione di finanziamenti speciali volti alla concessione di liquidità pura “Anticrisi Covid-19” - sia in “de minimis” che nell’ambito del nuovo e straordinario Quadro Temporaneo approvato dalla Commissione UE – modellati sugli Anticrisi esistenti e tuttavia estesi sostanzialmente a tutte le categorie economiche (ad esempio anche alle grandi imprese manifatturiere ed ai liberi professionisti).

- sotto un profilo invece più generale, strutturale e di lungo termine, con la recentissima Legge Regionale 22 febbraio 2021 n. 3 “SviluppoImpresa”, che costituisce il più ampio intervento sul sistema dei fondi di rotazione dell’ultimo decennio. Il legislatore regionale infatti - e significativamente all’unanimità - ha riformato gli strumenti di agevolazione dell'acceso al credito delle imprese al fine di fornire all'economia regionale un sistema organico di misure di sostegno moderne, flessibili e adeguate alle sfide che il mercato del credito propone, semplificando la struttura dei fondi di rotazione e valorizzandone il ruolo di vero e proprio strumento di politica economica regionale. La riforma - che per la sua ampiezza di intervento impegnerà la Regione ed il Comitato di Gestione senz’altro per tutto il 2021 nel “mettere a terra” le varie novità - ha individuato infatti ed inoltre nuovi strumenti, estendendo l'operatività al leasing, promuovendo il microcredito e il credito di importo ridotto, introducendo la possibilità di rafforzare gli interventi di finanziamento agevolato con contribuzioni integrative per l'abbattimento degli oneri finanziari, nonché pianificando l'impiego di nuovi strumenti di ingegneria finanziaria.

Da ultimo, va ricordato altresì un ulteriore intervento promosso dalla Regione, che a fine 2019 ha avviato, nell’ambito delle competenze del Comitato, il nuovo Fondo di Garanzia per gli investimenti di venture capital nelle start up innovative: uno strumento innovativo e “visionario”, volto a favorire gli interventi in equity o quasi-equity in tali particolari società. 

Infine, e sempre nell’ambito degli interventi riformatori compiuti dal legislatore nell’ultimo anno, il 2021 dovrebbe vedere l’avvio anche dei nuovi strumenti di intervento, sotto forma sempre di prestiti e garanzie, per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in crisi.